Fiore di pesco
Chaenomeles
japonica
Generalità: piccolo arbusto deciduo da fiore originario della Cina e del Giappone. Costituisce densi ciuffi di rami leggermente spinosi, dalla corteccia verde-marrone, liscia; le foglie cominciano a crescere durante la fioritura e sono di colore brunastro appena spuntate, divengono verde brillante crescendo. Tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera produce una profusione di fiori di colore rosso-arancione, che continuano a sbocciare per un paio di mesi. In autunno produce piccole mele gialle o rosse, dal sapore amaro, utilizzate per marmellate e conserve.
Esposizione: si sviluppa senza problemi sia al sole che all'ombra, ma sicuramente le fioriture più rigogliose si ottengono ponendo a dimora i chaenomeles in pieno sole, in modo che i primi raggi tiepidi di febbraio garantiscano alla pianta il tepore necessario a che il gelo non rovini i boccioli. Sicuramente questo arbusto è molto rustico, quindi non teme in nessun modo il freddo invernale o il caldo estivo.
Annaffiature: si tratta di arbusti abbastanza rustici, che tendono ad accontentarsi delle piogge; il periodo di maggior sviluppo vegetativo corrisponde ai mesi di febbraio-marzo-aprile, durante i quali in genere il clima è mite e piovoso. Nel caso di primavere particolarmente calde o asciutte è bene intervenire con sporadiche annaffiature. I chaenomeles possono sopportare senza problemi la siccità estiva ed invernale.
Terreno: i chaenomeles si adattano bene a quasi tutti i terreni, purchè siano ben drenati e non troppo alcalini; ricordarsi di porre del materiale grossolano, come pietra pomice o argilla espansa, nel terreno usato per porre a dimora questo arbusto, in modo da favorire il drenaggio.
Moltiplicazione: in autunno si possono praticare talee, che vanno tenute in vaso per almeno due anni, per evitare che il freddo rovini gli esemplari ancora giovani. La propagazione può avvenire anche utilizzando i semi, dopo averli conservati stratificati nella sabbia in frigorifero per tutto l'inverno.
Parassiti e malattie: questo arbusto è talvolta soggetto a clorosi ferrica, se viene tenuto in terreni a Ph troppo elevato; possono venire attaccati da afidi o da cocciniglia.